L’inizio è riservato a un ricordo personale. Su “Sette”, il settimanale del “Corriere della Sera”, in edicola venerdì 18 novembre 2016, Aldo Cazzullo scrive questo: “Con Roberto Ippolito, mio collega dei tempi della <Stampa>, abbiamo un patto stretto vent’anni fa: se uno dei due avesse cominciato a pontificare, anziché a fare cronaca, l’altro l’avrebbe avvisato. Se qualche volta ho infranto l’antico accordo, mi perdonino i lettori. Di sicuro non l’ha fatto Ippolito, nel suo ultimo libro: <Eurosprechi> (Chiarelettere). Un saggio tutto fatti, nomi, numeri: per raccontare, come dice il sottotitolo, <tutti i soldi che l’Unione butta via a nostra insaputa>”.

Fornendo subito dopo “qualche esempio” dei casi ricostruiti da Ippolito, su “Sette” Cazzullo fornisce una casistica impressionante. Da qui il titolo dell’articolo “Tutti gli Eurosprechi” e il sommario “Case vuote, autostrade deserte, tonno superpagato: un libro fa vacillare le convinzioni degli europeisti più convinti”.

Dagli episodi viene ricavato viene ricavato il senso complessivo del libro: “<Eurosprechi> certifica che, così com’è, l’Unione è un sogno rovinato. Fa rabbia che la casa comune, creata per assicurare una vita migliore ai suoi cittadini, butti via, con i soldi, anche se stessa”.