Roberto Ippolito Abusivi Chiarelettere 2. foto Maurizio Riccardi Agr
Roberto Ippolito Abusivi Chiarelettere 2. foto Maurizio Riccardi Agr

L’occasione per guardare dentro i comportamenti degli italiani, soprattutto in campo economico, è data da “Abusivi”. Il libro di Roberto Ippolito, pubblicato da Chiarelettere, è al centro della giornata di approfondimento e confronto sabato 9 maggio 2015 organizzata a Bologna dal Coaching Club Emilia Romagna e dall’Aicp, Associazione Italiana Coach Professionisti.

Nella sala intitolata a Marco Biagi del Quartiere Santo Stefano, in via Santo Stefano 119, si comincia alle 10.15 con Ippolito che illustra episodi e scenari di “Abusivi” dialogando con Daniela Reggiani, responsabile Aicp Emilia Romagna (ingresso libero).

Come si legge nel programma, viene così introdotto “il tema delle potenzialità nelle imprese alla luce di pregi e difetti dell’italico modus vivendi, con particolare focus socio-economico sull’attualità”.

Alle 10.00 è Deborah Morgagni, vice responsabile Aicp Emilia Romagna, a dare il via ai lavori che hanno come tema “Leadership, integrità, genio e sregolatezza nel Bel Paese! Quale ruolo per il coaching?”. Con queste parole si fa riferimento al sottotitolo di “Abusivi” che è “La realtà che non vediamo. Genio e sregolatezza degli italiani”. In precedenza Ippolito ha pubblicato “Ignoranti”, ugualmente con Chiarelettere, e prima “Il Bel Paese maltrattato. Viaggio tra le offese ai tesori d’Italia” (Bompiani).

 

IL LIBRO
Roberto Ippolito “Abusivi. La realtà che non vediamo. Genio e sregolatezza degli italiani”, Chiarelettere

 

Dall’ultima di copertina

“Ma poi c’è un’altra cosa che fuori non la sa nessuno… a te ti abbiamo fatto noi altri, ma “a lui” chi l’ha fatto? … e chi l’ha autorizzato? Questi tutti abusivi sono!”

Giovanni Di Giacomo, boss ergastolano, irritato per la presenza di mafiosi privi di investitura

 

Dal risvolto di copertina

L’abusivismo non guarda in faccia a nessuno. Balla e fa ballare tutta Italia. Panettieri abusivi, macelli abusivi, studi medici abusivi, meccanici abusivi, benzinai abusivi, tassisti senza patente abusivi, perfino mafiosi e morti abusivi. Si resta a bocca aperta leggendo l’inchiesta di Roberto Ippolito e la lista infinita di comportamenti illegali e senza scrupoli degli italiani.

A Forlì e Cesena, estetisti e parrucchieri irregolari sono uno su tre, a Ivrea i carabinieri accertano che un quarantenne, che opera come fisioterapista, in realtà non è un medico, ma un musicista. A Ravenna un falso psicologo segue una settantina di pazienti e si fa pubblicità su internet, tariffario compreso. Grazie a minori costi, gli abusivi falsano la concorrenza. Prosperano e insieme a loro prosperano il lavoro nero e l’evasione fiscale.

Falsi venditori e parcheggiatori sono sempre più al centro di episodi di violenza. A loro guarda la grande criminalità. Nelle costruzioni l’abusivismo è sempre più sfacciato, come dimostrano la deviazione del torrente Modica-Scicli e i mille metri di porto a Ostia rigorosamente illegali. Né l’arte né i santi si salvano: al Circo Massimo è stata installata una scultura di tre metri per tre, del tutto illegalmente, mentre sulla scogliera di Serapo, la spiaggia di Gaeta, è stata cementata abusivamente una statua della Madonna.

Perché l’Italia è una lunga lista di irregolarità fai da te, che fa sorridere ma anche no.

 

(da Wikipedia) Roberto Ippolito. E’ un giornalista e scrittore italiano. Autore di best seller. Fra i suoi libri “Evasori” (Bompiani 2008), “Il Bel Paese maltrattato” (Bompiani 2010), “Ignoranti” (Chiarelettere 2013) e “Abusivi” (Chiarelettere, 2014). È organizzatore culturale. E’ direttore editoriale della prima rassegna mai realizzata in un centro commerciale, “Libri al centro” a Cinecittàdue a Roma, e ideatore di “Nel baule” al Maxxi. Ha diretto il festival letterario di Ragusa “A tutto volume”. Dopo aver curato a lungo l’economia per il quotidiano “La Stampa”, è stato direttore comunicazione Confindustria, direttore relazioni esterne dell’università Luiss di Roma e docente di “Imprese e concorrenza” alla Scuola superiore di giornalismo della stessa Luiss.