Roberto Ippolito Ignoranti Chiarelettere copertina
Roberto Ippolito Ignoranti Chiarelettere copertina

Ormai si vive alla giornata, si sente dire alla Conferenza dei rettori. E il tempo trascorre male, temendo il peggio. L’università italiana è costretta ad andare avanti con sempre meno risorse e così metà degli atenei rischia letteralmente il fallimento. Il fondo di finanziamento ordinario è sceso dai 7 miliardi e 450 milioni del 2009 ai 6 miliardi e 690 milioni del 2013: il taglio è di oltre il 10% in un periodo così breve. Il personale interno assorbe il 95% dei trasferimenti statali, mentre la legge prevede il tetto dell’82% per il rapporto tra personale e indebitamento. L’allarme è ora sul tavolo del presidente del consiglio Enrico Letta e del ministro dell’istruzione Anna Maria Carrozza, in carica da poche settimane.

Ormai si vive alla giornata, pertanto senza pensare al futuro. Il paese con meno laureati in Europa, il paese che vede diminuire dal 2003 le immatricolazioni all’università, il paese che sta violando la Costituzione per il mancato rispetto del diritto allo studio (denunciato ora anche dalla Conferenza dei rettori) è l’Italia “che non sa” e “che non va”. Insomma, sembra proprio che l’importante sia restare “Ignoranti”.

 

Dall’ultima di copertina del libro di Roberto Ippolito “Ignoranti”, Chiarelettere

 

“Tagliare il deficit riducendo gli investimenti nell’innovazione e nell’istruzione è come alleggerire un aereo troppo carico togliendo il motore.”

Barack Obama

 

Dal risvolto di copertina

 

Spesso esilarante per i casi raccontati, ma inquietante per lo scenario descritto, Ippolito svela quanto è somara l’Italia. Con nomi e cognomi il libro fornisce un campionario incredibile di assurdità: il sottosegretario che accusa il ministro di essere un “asino bardato da generale”, la conduttrice che inciampa sugli accenti, deputati che parlano in modo inverosimile. Sorprendente? L’Italia è sempre in coda nelle classifiche per l’istruzione e la cultura. Lo confermano gli spropositi che si trovano nei temi della maturità, i pessimi risultati degli studenti nel confronto internazionale, gli errori nella formulazione delle domande ai concorsi: anche chi giudica sbaglia. E l’economia arretra. Il contrario di quanto avvenne negli anni del boom, quando l’innalzamento culturale accompagnò il miracolo. Oggi il 45,2 per cento ha al massimo la licenza media contro il 27,3 per cento dell’Europa.

Solo due italiani su quattro sono diplomati contro tre inglesi su quattro. L’Italia è avara: in Europa è ventiduesima per la quota di spesa pubblica destinata all’istruzione in rapporto al Pil. E al peggio non c’è mai fine per l’onda lunga dei tagli dell’era Berlusconi, ma anche per la scarsa sensibilità del governo tecnico di Monti. Nemmeno i privati si salvano. I confronti internazionali proposti ripetutamente nel libro certificano il disastro. Uno schiaffo per un paese come l’Italia, per secoli culla della cultura e dell’arte. Come si può tornare a crescere? Con l’istruzione e la cultura. Ma finché gli ignoranti occuperanno la politica non potrà esserci un reale cambiamento e un ritorno allo sviluppo. Solo il sapere può dare la scossa.

Roberto Ippolito ha pubblicato diversi libri di successo, tra cui EVASORI e IL BEL PAESE MALTRATTATO, entrambi per Bompiani. Ha curato a lungo l’economia per il quotidiano “La Stampa”. Ha diretto la comunicazione della Confindustria e le relazioni esterne della Luiss di Roma, dove ha anche insegnato alla Scuola superiore di giornalismo. Organizzatore di eventi culturali, è direttore scientifico del festival letterario “A tutto volume – Libri in festa a Ragusa”.


 


 

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