Gli etruschi sono seccati. Si sentono trascurati. E non hanno torto: il Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma figura soltanto all’ottantesimo posto nella classifica dei musei italiani più visitati. Nel 2011 coloro che hanno varcato l’ingresso sono stati appena 65mila.

Tuttavia gli etruschi possono restare tranquilli: nessuno ce l’ha con loro in modo particolare. A Roma anche la Galleria nazionale di arte antica di Palazzo Barberini o altri musei importanti come la Gnam, la Galleria d’arte moderna, e il Circuito del museo nazionale romano non sono eccezionalmente affollati. Pur registrando risultati migliori, hanno un numero di visitatori abbastanza basso.

Né possono gioire i musei che vantano i livelli più elevati di ingressi come il Museo nazionale di Castel Sant’Angelo (981mila), il Museo centrale del Risorgimento (821mila), la Galleria Borghese (506mila) o i Musei Capitolini (469mila). Nel panorama internazionale queste cifre sono modeste. E infatti nessun museo di Roma compare fra i primi cinquanta della classifica dei più visitati al mondo nel 2011 elaborata da “Il Giornale dell’Arte” e “The Art Newspaper”. Nei primi cinquanta posti l’unico tocco di romanità è rappresentato dai Musei Vaticani che, però, italiani non sono.

Ma un dato positivo ci sarebbe. E viene dall’arte contemporanea. Viene dal Maxxi, il museo delle arti del XXI secolo, nonostante sia ancora in fasce, essendo stato aperto al pubblico nel maggio 2010. Il Maxxi ha bruciato le tappe e nel 2011 ha registrato 450mila visitatori.

Un numero sicuramente notevole. Anche perché è stato ottenuto nel periodo buio della cultura italiana schiacciata da tagli molto pesanti avvenuti quando era ministro dei beni culturali Sandro Bondi, seguito da Giancarlo Galan, con Giulio Tremonti responsabile dell’economia. Con la contrazione del bilancio dei beni culturali anche il Maxxi si è visto ridurre le risorse pubbliche (molto limitate nel confronto internazionale). Così i conti del museo di arte contemporanea appena nato zoppicano.

E a questo punto il ministro in carica, Lorenzo Ornaghi, lo ha commissariato. In pratica ha imposto un brusco altolà al cammino in corso proprio mentre la nuova istituzione avrebbe bisogno di investire e di consolidarsi invece di subire i tagli (del ministero). E proprio mentre il Maxxi rappresenta un positivo segnale di novità nel panorama dei musei romani esclusi dai primi cinquanta posti della classifica mondiale dei più visitati. Un paradosso.