Roberto Ippolito Oxford 24 agosto 2013
Roberto Ippolito Oxford 24 agosto 2013

almeno per qualche ora, non far sventolare la bandiera. Così magari ci si può illudere che la figuraccia dei soldi indietro chiesti agli insegnanti dal ministro dell’economia Fabrizio Saccomani per gli scatti di anzianità considerati non dovuti e frettolosamente abbuonati dal presidente del consiglio Enrico Letta non sia avvenuta in Italia.

Il tricolore lasciato nel cassetto sarebbe solo un espediente, forse maldestro. Ma almeno consentirebbe di fingere che l’ennesimo tragico episodio della scuola italiana non sia, appunto, italiano. In ogni caso sembra diffficile che in Corea o in Finlandia possa verificarsi un pasticcio di questo tipo. Questi due paesi sono valutati, con la ricerca svolta dal gruppo editoriale Pearson, leader nel settore educativo, con il settimanale “The Economist”, primi al mondo per i livelli di istruzione grazie al riconoscimento pubblico del ruolo degi insegnanti.

E ‘Italia… l’Italia è in coda in questa classifica come in tutte quelle che riguardano lo studio e la cultura. C’è poco da gioire, altro che sventolare il tricolore. Un gesto, fra l’altro, addirittura impossibile per qualcuno. “Io non ho la bandiera perché costa 400 euro” confessa a malincuore Anna Maria De Luca, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo (elementare e media) La Giustiniana a Roma. La sua scuola non può dunque permettersi il lusso di avere la bandiera nazionale anche se in alcune giornate l’esposizione sarebbe obbligatoria.

Ma Anna Maria De Luca non si arrende di fronte a questo problema come ad altri, per esempio la nuova palestra complemente vuota, senza attrezzi. Come non si arrendono tutti i giorni gli insegnanti che compiono il loro dovere (e il ministro del’istruzione Maria Chiara Carrozza, protagonista della vicenda, lo sa) . Insomma, nonostante tutto, niente bandiera bianca. Pur essendo nel paese di “Ignoranti”.




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