Il libro “Delitto Neruda” di Roberto Ippolito, pubblicato da Chiarelettere, su “Interferencia” e a Rai Radio Live a “Questioni di Stilo”
Il libro “Delitto Neruda” di Roberto Ippolito (Chiarelettere) su “Interferencia” e a Rai Radio Live a “Questioni di Stilo”

Neruda: la verdad silenciada” titola “Interferencia” che pubblica un mio articolo nell’anniversario della morte. Contemporaneamente su Rai Radio Live a “Questioni di Stilo”, la conduttrice Sabrina Stilo in una lunga conversazione definisce il libro pubblicato da Chiarelettere “una lettura imperdibile” per comprendere cosa accade il 23 settembre 1973, una lettura “che consiglio, che coinvolge”.

Ora è la magistratura che deve pronunciarsi. Sulla testata sudamericana scrivo che “la morte fu un crimine, un altro della dittatura di Pinochet”, facendo riferimento a tutto “quello che ho scoperto”. Poi aggiungo: “Ma la verità deve essere anche riconosciuta dalla magistratura. Da più di dieci anni è in corso un’inchiesta sulla morte di Neruda. Durante questo lungo periodo sono stati raggiunti risultati importanti, anche se nulla di definitivo. Il processo non è concluso, nonostante la lunga inchiesta. La sentenza non c’è ancora. Neruda non deve aspettare la giustizia invano. Neruda deve finalmente avere giustizia”.

L’esigenza della giustizia è centrale a Rai Radio Live. Con Sabina Stilo vengono affrontati i punti essenziali trattati capitolo dopo capitolo. Lei parla di “avvincente e “minuziosa ricerca”, concludendo con un forte apprezzamento “Un libro meraviglioso”.

Qui sotto la traduzione in italiano dell’articolo di “Interferencia” e il testo originale in spagnolo.

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INTERFERENCIA 23 SETTEMBRE 2021 – TRADUZIONE

Neruda: la verità silenziata

Roberto Ippolito

Qui non entri.

Non passi.

Vattene.

Ritorna

al sud con il tuo ombrello,

ritorna

al nord con i tuoi denti di serpente.

Qui vive un poeta.

Pablo Neruda: Ode alla Tristezza

Oggi più che mai conviene ricordare la poesia di Pablo Neruda nella quale lui si rivolge direttamente alla “tristezza” e l’invita perentoriamente ad allontanarsi.

Ma non è facile, anzi per me è impossibile, commemorare un altro anniversario della sua morte, avvenuta il 23 settembre 1973, senza provare una profonda tristezza. E non solo perché la sua fine arrivò nei giorni terribili dopo il colpo di stato, vissuti da lui con angoscia ma anche con molta lucidità. Era domenica e la mattina i soldati bruciarono i suoi libri nelle strade di Santiago del Cile, come avevano fatto molte altre volte e in altri luoghi. La poesia era considerata pericolosa. La dittatura da poco insediata ebbe paura dei suoi versi.

Secondo la versione ufficiale Neruda morì per il cancro alla prostata di cui soffriva. Per la precisione, la causa indicata nel certificato di morte è “cachessia cancerosa” che vuol dire denutrizione provocata dal cancro. Tuttavia Neruda morì sovrappeso se non obeso. Non era affatto in fin di vita. Di questo ci sono abbondanti prove.

La morte, avvenuta appena dodici giorni dopo il golpe in Cile, non fu naturale. I fatti, i numerose documenti e le testimonianze che ho raccolto con un’inchiesta internazionale e che sono contenuti nel mio libro “Delitto Neruda”, pubblicato dalla casa editrice italiana Chiarelettere, lo dimostrano.

È il dubbio e niente altro che il dubbio che ha motivato il mio lavoro, che è cercare e scrivere. Come al solito ho cominciato la mia ricerca senza tesi preconcette. Solo alla fine del mio lavoro, quando stavo cercando un titolo per l’opera, ho deciso insieme all’editore che il libro si sarebbe chiamato “Delitto Neruda”, perché tutto indica che la sua morte fu un crimine, un altro della dittatura di Pinochet. Insomma, ho cercato la verità sulla morte di Neruda e racconto scrivendo quello che ho scoperto.

Ma la verità deve essere anche riconosciuta dalla magistratura. Da più di dieci anni è in corso un’inchiesta sulla morte di Neruda. Durante questo lungo periodo sono stati raggiunti risultati importanti, anche se nulla di definitivo. Il processo non è concluso, nonostante la lunga inchiesta. La sentenza non c’è ancora.

Neruda non deve aspettare la giustizia invano. Neruda deve finalmente avere giustizia.

Come autore di “Delitto Neruda” e come persona ritengo un dovere impegnarsi per la verità e invocarla. Per troppi e troppi anni si è atteso un verdetto. Per questo in questo giorno è impossibile eliminare la tristezza. L’anniversario della morte del poeta è un anniversario triste poiché la verità continua a essere silenziata.

INTERFERENCIA 23 SETTEMBRE 2021

Neruda: la verdad silenciada

Roberto Ippolito

Aquí no entras.

No pasas.

Ándate.

Vuelve

al Sur con tu paraguas,

vuelve

al Norte con tus dientes de culebra

Aquí vive un poeta.

Pablo Neruda: Oda a la Tristeza

Hoy más que nunca conviene recordar el poema de Pablo Neruda, en el que se dirige directamente a la “tristeza” y la invita perentoriamente a alejarse

Pero no es fácil, de hecho para mi es imposible, conmemorar otro aniversario de su muerte ocurrida el 23 de septiembre de 1973, sin sentir una profunda tristeza. Y no solo porque su fin llegó en días terribles tras el Golpe de Estado, vividos por él con angustia, aunque también con mucha lucidez. Era día domingo y por la mañana los soldados quemaron sus libros en las calles de Santiago de Chile, como lo habían hecho muchas otras veces y en otros lugares. La poesía se consideraba peligrosa. La recién establecida dictadura tuvo miedo de sus versos.

Según la versión oficial Neruda murió a causa del cáncer de próstata que padecía. Para ser precisos, la causa hasta ahora consignada en el certificado de defunción es “caquexia cancerosa” que es la desnutrición causada por el cáncer. Sin embargo, Neruda falleció con sobrepeso, si no, obeso. No se estaba muriendo en absoluto. De esto hay pruebas abundantes.

La muerte, ocurrida apenas doce días después del golpe de Estado en Chile, no fue natural. Los hechos, los numerosos documentos y testimonios que recogí en una investigación internacional y que están contenidos en mi libro Delitto Neruda, publicado por la editorial italiana Chiarelettere, así lo acreditan.

Es la duda y nada más que la duda la que siempre ha motivado mi trabajo, que es investigar y escribir. Como es habitual comencé mi investigación sin tesis preconcebidas. Solo al final de mi trabajo, cuando estaba buscando un título para la obra, decidí junto con la editorial que el libro se llamara Delitto Neruda, porque todo apunta a que su muerte fue un crimen, uno más de la dictadura de Pinochet. En resumen, busqué la verdad sobre la muerte de Neruda y cuento por escrito lo que he descubierto.

Pero, falta que la verdad también sea reconocida por el Poder Judicial. Hace más de diez años que se lleva a cabo una investigación sobre la muerte de Neruda. Durante este largo período, se han logrado resultados importantes, aunque nada definitivo. El proceso no ha terminado, a pesar de la larga investigación. La sentencia todavía no está aquí.

Neruda no debe esperar a la justicia en vano. Neruda finalmente debe tener justicia.

Como autor de Delitto Neruda y como persona considero un deber comprometerse con la verdad e invocarla. Durante demasiados y demasiados años se ha esperado un veredicto. Por eso en este día es imposible eliminar la tristeza. El aniversario de la muerte del poeta es un aniversario triste pues la verdad sigue estando silenciada.