Tutti i tavolini occupati. Tanta gente in piedi. Numerosi i passanti attratti. Roberto Ippolito tiene tutti fermi colpendo l’attenzione con gli incredibili casi contenuti nel suo libro “Abusivi”, pubblicato da Chiarelettere. Si trova nel cuore di Lucera, in provincia di Foggia, accanto alla trecentesca cattedrale, sulla pedana dalla Cremeria al Duomo, teatro della “Cremeria letteraria”, rassegna promossa da Giuseppe Grasso.
Stimolato da Piero Russo, corrispondente della “Repubblica”, Ippolito alterna la sera di martedì 25 agosto 2015 il racconto di illegalità compiute in tutta Italia, dai medici abusivi ai panifici abusivi, a quelle avvenute in Puglia, a cominciare da discoteche, pesca e ristoranti abusivi. Insomma ce n’è per tutti.
Però qualcosa di (forse) misterioso gli impone di non attenersi alle sue pagine: “Mi dovete scusare. Non vorrei offendere nessuno, essendo ospite, ma io sento un cattivo odore”. Piero Russo gli spiega che spesso questo cattivo odore è anche molto più forte. “Non è affatto una novità”. Aggiunge Ippolito: “Nuovo o vecchio che sia, l’inquinamento atmosferico sopportato da Lucera è il sintomo di sicure irregolarità”. Si tenta così di ricostruire l’origine del fenomeno.
Risulta subito evidente che la puzza, corretto chiamarla così, non proviene dalle vie cittadine ricche di palazzi storici. Semmai da fuori. Da lontano. E la questione si delinea. Da tempo Lucera soffre per la puzza provocata nella contrada Ripatetta dalla Bio Ecoagrim, azienda che trasforma i rifiuti in fertilizzante destinato alla concimazione di diversi tipi di terreno.
Il bel pubblico radunato per “Abusivi” a Lucera resiste, nonostante la puzza abusiva. Esplode il caso. La mattina dopo il presidente della provincia Francesco Miglio, lancia un duro avvertimento con un comunicato: “Se la Bio Ecoagrim non si adegua alle prescrizioni imposte e non risolve i problemi circa le emissioni odorigene che abbassano la qualità della vita di decine di migliaia di cittadini, le saranno sospese o revocate le autorizzazioni”.
Commenta Piero Russo. “Il malessere non è circoscritto a Lucera, ma si estende alla non vicinissima Foggia, distante 18 chilometri, dove la sera non si possono aprire le finestre perché si muore dalla puzza”. E incalza Ippolito: “Ma la puzza di Lucera non è un pericolo per la salute? Non ci sono dati?”.