Precariato, concorsi, circolari e altre piacevolezze nelle pagine di “Vita ardimentosa di una prof” (Laterza) discusso da Valentina Notarberardino e da me per il suo debutto a Roma

La vocazione c’è. Ma c’è anche il Miur, “il mostro burocratico che tiene oggi in ostaggio la scuola pubblica italiana”, ovvero il ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca. Con lui e dalle sue parti ci sono precariato, concorsi, circolari e altre piacevolezze. Insomma è la “Vita ardimentosa di una prof”: il libro di Isabella Pedicini, pubblicato da Laterza, al suo debutto a Roma alle 19.00 di venerdì 6 aprile 2018 nella libreria I Trapezisti in via Laura Mantegazza 37 nel quartiere Monteverde. Con lei discutono Valentina Notarberardino, professionista della comunicazione, e Roberto Ippolito, scrittore autore di libri d’inchiesta fra i quali, non a caso, “Ignoranti” (Chiarelettere).

Isabella Pedicini ha scritto una sorta di autobiografia agrodolce della disperata ricerca di una cattedra: chi vuole svolgere, “nonostante tutto, il mestiere più bello del mondo” resta “risucchiato in una dimensione parallela, una sorta di videogioco antimoderno e grottesco” comprensivo di sigle come Fit, Tfa, Gae, Tic, di bandi da decifrare, di “idonei fantasma” e perfino del bullismo “tra adulti se chiusi tra le mura di un’aula scolastica”. Poi, in fondo al tunnel, il “corpo a corpo quotidiano” con gli alunni.

Docente di storia dell’arte nelle superiori, in precedenza ha pubblicato per Contrasto “Francesca Woodman. Gli anni romani tra pelle e pellicola” e, con Mimmo Jodice, “La camera incantata” e per Fazi “Ricette umorali” e “Ricette umorali. Il bis”.

Nella foto Roberto Ippolito, Valentina Notarberardino e Isabella Pedicini

 

 

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