Il primo capitolo si intitola “Perfino nell’aldilà”. Roberto Ippolito comincia così il libro “Abusivi”, pubblicato da Chiarelettere. Nelle sue pagine svela un singolare “campionario” di casi che “evidenzia “la mancanza di pudore” di chi viola le regole, senza rispetto nemmeno per i morti. Il secondo di questi casi è rappresentato dalle tombe abusive realizzate a Olbia. Una di queste era spuntata in una strada interna del cimitero, rendendo impossibile arrivare a una cappella.
La vicenda raccontata da Ippolito è finita in tribunale e l’ex presidente del cimitero di Olbia, Giovanni Zavoli, è stato condannato per le irregolarità: ha patteggiato tre anni il 16 marzo 2016, come rende noto “L’Unione Sarda”.

Da “L’Unione Sarda . it “ 18:33 16 marzo 2016

Costruiva tombe abusive, condannato
ex responsabile del cimitero di Olbia

di Andrea Busia

Ha patteggiato tre anni di reclusione, l’ex presidente dell’Asco (Azienda servizi cimiteriali) di Olbia, Giovanni Zavoli, accusato di avere dato il via libera, incassando diverse decine di migliaia di euro, alla realizzazione di tombe abusive in alcuni cimiteri della città gallurese.
L’imprenditore di Modena, assistito dagli avvocati Angelo e Jacopo Merlini, è comparso questa mattina davanti al gup di Tempio, Vincenzo Cristiano.
Sono stati rinviati a giudizio per la stessa vicenda, la segretaria di Zavoli, Antonella Zanni e l’impresario olbiese, Stefano Mibelli, assistiti da Fabio Varone e Giovanna Porcu.
Il protagonista della vicenda delle tombe familiari abusive è proprio Zanni, che nel 2010 venne denunciato dal comandante della Polizia locale di Olbia, Gianni Serra.
Secondo il pm Roberta Guido, Zanni incassò diverse decine di migliaia di euro dalle persone che, ignare di tutto, avevano chiesto di ristrutturare o realizzare ex novo le tombe.
L’indagine iniziò sulla base di una segnalazione di un pensionato che, a causa di una tomba composta da diversi loculi, del tutto abusiva e realizzata sopra una strada interna del cimitero di Olbia, non riusciva più ad arrivare alla cappella dove è sepolta la moglie.
L’Asco ha chiesto di entrare nel processo come parte civile, ma l’istanza è stata respinta.

Foto Maurizio Riccardi Agr