Roberto Ippolito legge il “Corriere della Sera” con l’intervista a Rodolfo Reyes, nipote di Pablo Neruda
Roberto Ippolito legge il “Corriere della Sera” con l’intervista a Rodolfo Reyes, nipote di Pablo Neruda

“Delitto Neruda” libro verità: il nipote Rodolfo Reyes sul “Corriere della Sera”

“Ho le prove che Neruda venne assassinato”: è il titolo dell’intervista al quotidiano che ricostruisce il legame con lo zio e i fatti. Tommaso Labate, che la firma, scrive che Rodolfo Reyes, avvocato rappresentante legale dei familiari, “parla mentre cammina per le vie di Capri” conosciuta da Neruda nel 1952: “Con lui ci sono la collega (e compagna nella vita) Elisabeth Flores e lo scrittore Roberto Ippolito autore di un libro-inchiesta (<Delitto Neruda>, Chiarelettere) in cui le prove a carico della tesi dell’omicidio sono anticipate una per una, che rivela <ogni dettaglio della morte del poeta e dimostra la falsità della versione ufficiale che la attribuisce al cancro”.

Rodolfo Reyes spiega di essere venuto “in Italia per raccontare la verità sull’uccisione di mio zio Pablo Neruda perché in Cile questa verità non è apprezzata”. E poiché “il Cile non sembra interessato”, lui spera che “il rumore arrivi fino a lì” dall’Italia: “È ormai tutto chiaro: mio zio Pablo è stato ucciso ma in troppi, a cinquant’anni esatti dalla morte, non vogliono ancora che una sentenza lo certifichi”.

L’intervista è piena di ricordi ed è caratterizzata da una forte emozione: il nipote aveva ventiquattro anni quando il poeta morì il 23 settembre 1973. Rodolfo Reyes partecipò alla veglia funebre e ora afferma, fornendo elementi precisi, che “Pinochet lo fece avvelenare” appena dodici giorni dopo il suo golpe. Così come è scritto nel libro “Delitto Neruda”.