Roberto Ippolito Ignoranti Chiarelettere copertina
Roberto Ippolito Ignoranti Chiarelettere copertina

Per gli ottimisti potrebbe essere il sintomo che qualcosa finalmente sta succedendo. In ogni caso “Ignoranti”, il libro-denuncia di Roberto Ippolito, pubblicato da Chiarelettere, sul grave arretramento dell’istruzione e della cultura, ha provocato almeno un effetto. Si tratta di un altro libro. Che riecheggia il titolo: il 2 maggio esce “Il costo dell’ignoranza” curato dal deputato del Partito democratico Marco Meloni con il politologo Giliberto Capano ed edito dall’Arel (l’agenzia di ricerche fondata da Nino Andreatta e oggi guidata da Enrico Letta) con Il Mulino.

Meloni, insieme agli autori dei saggi centrati sull’università che compongono il volume, parte proprio da quanto “Ignoranti” (tre edizioni in due mesi) ha fatto emergere con una ricchezza di dati. Ippolito documenta che l’Italia è in coda in tutte le classifiche internazionali per il livello di istruzione. Per il parlamentare, che è responsabile del Pd per l’università, è necessario prendere atto della realtà ed “essere pienamente europei” lavorando per “raggiungere gli obiettivi” dell’Unione, oggi più che lontani.

E il sottotitolo di Ippolito, “L’Italia che non sa. L’Italia che non va”, evidenzia le ripercussioni molto negative sulla qualità della vita e sull’andamento dell’economia provocate dai tagli all’istruzione e dal grave deficit della conoscenza e dell’apprendimento. “Il costo dell’ignoranza” si apre con l’invito di Derek Bok, presidente emerito dell’università di Harvard: “Se pensate che l’istruzione sia costosa, provate l’ignoranza”. Meloni sollecita perciò a guardare “le connessioni essenziali tra innalzamento del livello di istruzione e progresso economico e sociale”, facendo presente che “senza un ampio accordo sul rapporto tra istruzione e crescita economica e sulla situazione dell’università italiana, non è infatti possibile elaborare una strategia dotata di qualsivoglia efficacia”.

Il libro Arel-Il Mulino si chiude con dieci proposte precise “per cambiare l’università italiana” formulate da Meloni e Capano. Fra queste la definizione di un programma nazionale per il diritto allo studio. Ed è questa una risposta forte all’accusa di violazione della Costituzione contenuta in “Ignoranti” (secondo l’articolo 34 dovrebbe essere garantito ai “capaci” e ai “meritevoli, anche se privi di mezzi”, il “diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”).



Guarda le gallerie fotografiche