“Né il rumore” del tanto traffico nonostante il teorico blocco della circolazione “né il caldo” hanno “scoraggiato i cittadini-turisti del brutto, che hanno affrontato in poco meno di due ore le venti tappe del percorso-calvario diretto da Ippolito con megafono alla mano” scrive sul “Corriere della Sera” Natalia Distefano raccontando lo svolgimento, dalle 16.30 di domenica 14 giugno 2015, del “Tour del brutto” ideato da Roberto Ippolito con la partecipazione di Mario Tozzi, commissario del Parco dell’Appia Antica.
Con questa iniziativa, “la sterminata serie di piccoli e grandi oltraggi alla Regina Viarum, così veniva chiamata anticamente la strada”, sono stati “mostrati al pubblico” che “sgrana gli occhi” si legge poi nel servizio di Luca Monaco su “Repubblica.it”.
GALLERIA FOTO di Maurizio Riccardi Agr. Qui sotto la cronaca del “Tour del brutto dell’Appia Antica” con i due articoli del “Corriere della Sera” e di “Repubblica.it”.

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“Corriere della Sera” 15 giugno 2015

Due chilometri a piedi in difesa dell’Appia Antica

Il «tour» voluto da Ippolito e Tozzi. Il tweet della Borletti Buitoni

di Natalia Distefano

Dopo le polemiche con la soprintendenza ai Beni archeologici di Roma, un Twitt ha placato la tensione e rincuorato Roberto Ippolito, organizzatore del «Tour del brutto sull’Appia Antica», e un centinaio di cittadini che ieri hanno preso parte alla controversa «visita guidata».
A pochi minuti dalla partenza del corteo alla scoperta dei tanti oltraggi «insopportabili ma tollerati» alla Regina viarium è arrivato via Twitter l’apprezzamento di Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario al Ministero per i Beni culturali: «Grazie per mantenere alta l’attenzione sul degrado dell’Appia Antica» ha scritto l’esponente del governo, sottolineando che il ministero «fa la sua parte ma da solo non basta!». «L’obiettivo del tour è smuovere le coscienze per uscire dalla paralisi burocratica intorno alla gestione dell’area – ha commentato Ippolito, scrittore in prima linea nella difesa del patrimonio artistico e ambientale italiano, autore del libro di denuncia “Abusivi” per Chiarelettere -. Il messaggio del sottosegretario fa sperare in una nuova volontà istituzionale per la tutela di quest’incommensurabile bene nazionale».
Intanto ieri all’Ex Cartiera Latina le istituzioni competenti – «regolarmente invitate» assicurano dall’organizzazione – erano tutte assenti eccetto il Parco Regionale dell’Appia Antica, rappresentato dal suo commissario Mario Tozzi. «Non saremmo stati qui a raccontare il dissesto se il Piano di gestione del Parco, che incontra resistenze di ogni tipo, fosse stato approvato – ha detto Tozzi -. Sono in carica da quasi due anni e li ho passati a chiedere la collaborazione degli altri enti competenti per avviare interventi urgenti e condivisi. Ma poco è successo, a partire dalla questione del traffico». E quasi fosse «compreso» nel programma del tour, ieri non sembrava davvero attivo il blocco domenicale della circolazione delle auto. «Secondo le norme a quest’ora la via dovrebbe essere quasi deserta, un’area pedonale – ha fatto notare Tozzi -. Invece siamo costretti a muoverci nel traffico, tra l’altro non senza pericolo, e addirittura a subire l’insofferenza degli automobilisti più arroganti». Con insulti e parole grosse volate in risposta a qualche colpo di clacson di troppo.
Né il rumore né il caldo hanno però scoraggiato i cittadini-turisti del brutto, che hanno affrontato in poco meno di due ore le venti tappe del percorso-calvario diretto da Ippolito con megafono alla mano. «Siamo qui per renderci conto di quello che accade, degli abusi che sono sotto gli occhi di tutti ma nessuno vuole vedere» hanno raccontato due partecipanti.

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“Repubblica.it” 14 giugno 2015

Appia antica, il tour nella grande bruttezza

di Luca Monaco

Le auto sfrecciano nell’orario di chiusura al traffico, rischiando in ogni momento di investire i pedoni. Piccole discariche abusive infestano il greto dell’Almone: un antipasto rispetto 2.500 abusi che si scoprono addentrandosi nel parco regionale dell’Appia Antica. Ventitre secoli di storia naturale e archeologica calpestati da carrozzerie e concessionarie d’auto. Ma non solo. La sterminata serie di piccoli e grandi oltraggi alla Regina Viarum, così veniva chiamata anticamente la strada, sono stati mostrati al pubblico con il “Tour del brutto”, “un momento partecipato e pubblico di riflessione su quanto è stato fatto e resta da fare per portare a compimento il progetto di Parco, previsto dalla legge istitutiva dell’88 e dalla legge 29/97 che ha dato operatività all’Ente Parco”, spiega il commissario straordinario del Parco regionale dell’Appia Antica, Mario Tozzi, che ha organizzato la visita guidata curata dal giornalista e scrittore Roberto Ippolito
Venti tappe, con partenza dall’ex Cartiera latina, per mostrare al pubblico, oltre 100 persone, quello che ancora non va e che potrebbe essere migliorato. Lungo il percorso disegnato su quasi due chilometri i turisti hanno potuto osservare lo scempio sotto il cavalcavia di via Cilicia. “Fu costruito dal Comune nel 1981 – fa notare Ippolito – sulla base del progetto di Sergio Musumeci. Ci sono resti di una necropoli. I colombari furono costruiti tra l’età repubblicana e il IV secolo d. C.. I blocchi di tufo visibili potrebbero appartenere al Tempio di Marte del V secolo a. C. forse localizzabile nella zona e da scoprire”. Ma l’area è disseminata di cartacce, un ombrello giace abbandonato accanto a un copertone d’auto, uno scarpone. Sono un esempio del degrado presente e che il Parco regionale dell’Appia Antica, per primo, ha avuto il coraggio di mostrare.
“Resto convinto che le denunce servano se hanno dietro l’obiettivo del bene comune e non voglio chiudere gli occhi di fronte al brutto che ho accanto alla porta di casa (leggi Cartiera Latina, sede del Parco) – afferma Tozzi – Sono qui da quasi due anni e li ho passati interamente a chiedere la collaborazione delle altre istituzioni competenti per territorio e materia per avviare un piano di interventi urgente e condiviso. Poco è successo – ammette – grazie alla buona volontà dell’assessorato ai Lavori pubblici sono state ridisegnate le strisce pedonali, riparati 20 metri di fondo stradale sconnesso ed è stato previsto a breve un intervento per asportare le tonnellate di rifiuti dal greto dell’Almone. Credo sia troppo poco per la Regina Viarum”. E aggiunge: “Detto ciò sul traffico e il decoro dell’Appia tra Porta San Sebastiano e la Basilica di San Sebastiano sfido chiunque a dire che la situazione sia tollerabile un solo giorno di più”.
Ippolito annuisce. “Oggi – rileva – all’Appia Antica manca un’identità univoca. Pesa il groviglio di competenze distribuite fra tre comuni (oltre Roma, anche Marino e Ciampino), vari assessorati, due municipi, due sovrintendenze, Regione Lazio, ministeri, Stato del Vaticano (proprietario di molti beni) e naturalmente Parco dell’Appia Antica. Ma c’è anche un groviglio proprietario: importanti monumenti sono privati, troppi espropri di immobili decisi dal Comune non si concretizzano mai”.
Un altro esempio? La carrozzeria al civico 32. Un’accozzaglia di capannoni, “ospitano attività incompatibili – assicura Ippolito – Nel 2004 è stato trovato l’accordo per lo spostamento dell’attività. Nel 2012 il Consiglio comunale di Roma ha approvato la delibera con gli indirizzi al sindaco per la delocalizzazione, La procedura è ferma in attesa della valutazione di impatto ambientale per le aree destinate ai nuovi insediamenti da parte del ministero dei Beni culturali e della Regione. Nel frattempo la proprietà ha comprato un terreno, confinante con quello già posseduto e con la sede del Parco, avviando la nuova attività di parcheggio attrezzato per camper, promossa anche attraverso un sito internet. L’area è stata sequestrata nel 2012. La carrozzeria prosegue invece l’attività”.
Il pubblico sgrana gli occhi, e trattiene le smorfie di fronte alla grande costruzione ai civici 43 e 45: un fienile di fine ‘800. È occupato da una concessionaria “dal 1992, ma senza titolo – precisa Ippolito – nel 2007 il terreno è stato espropriato”. Eppure la procedura non è mai stata attuata. “È insopportabile sapere che questo straordinario patrimonio è trattato come un luogo qualunque – si indigna la presidente del Wwf Italia, Donatella Bianchi – questo parco, come il resto del patrimonio culturale e naturalistico del Paese, dovrebbe essere qualcosa da trattare un cura e di cui andare fieri”.