Roberto Ippolito Delitto Neruda Chiarelettere a San Benedetto del Tronto alla Palazzina Azzurra con Mimmo Minuto 29 giugno 2020
Nel collage il mare di San Benedetto del Tronto dove venerdì 3 luglio 2020 Roberto Ippolito presenta il libro “Delitto Neruda” (Chiarelettere)

A pochi passi dal mare, alle 21.30 l’appuntamento con il libro Chiarelettere. XXIX edizione degli Incontri con l’autore a cura di Mimmo Minuto. Conversazione con Francesco Tranquilli. Organizzazione libreria Libri ed Eventi e associazione I Luoghi della Scrittura

(Comunicato stampa) Alle spalle la vecchia fontana a conchiglia, nel giardino della Palazzina Azzurra in stile liberty costruita negli anni trenta a San Benedetto del Tronto. A pochi passi il mare. Sembra il luogo ideale per parlare di Pablo Neruda, il poeta cileno così legato al mare. Qui, nella Palazzina Azzurra, in Via Buozzi 14, Roberto Ippolito presenta venerdì 3 luglio alle 21.30 il suo libro “Delitto Neruda”, pubblicato da Chiarelettere, Per la XXIX edizione degli Incontri con l’autore a cura di Mimmo Minuto, conversa con Francesco Tranquilli.

Per partecipare all’incontro all’aperto e con i posti distanziati, organizzato dalla libreria Libri ed Eventi e dall’associazione I Luoghi della Scrittura con il comune di San Benedetto del Tronto e la Regione Marche, la prenotazione è obbligatoria per la sicurezza sanitaria (chiamare 3357000773 oppure WhatsApp 3664349288).

Roberto Ippolito ha da anni un forte legame con San Benedetto del Tronto. Tra maggio e giugno ha dato vita al Festival letterario online #TreFlash con Libri ed Eventi e I luoghi della scrittura e con il coordinamento tecnico di Gioia Palanca. #TreFlash è un evento nazionale che si è distinto grazie alla particolare formula adottata, mirata a estrarre con agilità il succo dai libri e ad alimentare la curiosità. Insomma a favorire la lettura, con scrittori di spicco.

Sulla copertina del suo “Delitto Neruda” si legge: “Il poeta premio Nobel ucciso dal golpe di Pinochet”. E sulla fascetta ci sono le parole del nipote Rodolfo Reyes: “Il mondo deve sapere la verità sulla morte di mio zio Pablo”.

È una storia tragica, messa insieme in ogni dettaglio, quella che viene proposta nella conversazione con Francesco Tranquilli. Cile, 11 settembre 1973, l’instaurazione della dittatura militare di Pinochet, la fine di un sogno. Le case di Pablo Neruda devastate, i suoi libri incendiati nei falò per le strade. Ovunque terrore e morte. Anche la poesia è considerata sovversiva. A dodici giorni dal golpe che depone l’amico Allende, il premio Nobel per la letteratura 1971, il poeta dell’amore e dell’impegno civile, amato nel mondo intero, muore nella Clinica Santa María di Santiago. La stessa in cui, anni dopo, morirà avvelenato anche l’ex presidente Frei Montalva, oppositore del regime. Il decesso di Neruda avviene alla vigilia della sua partenza per il Messico, ufficialmente per un cancro alla prostata. Ma la cartella clinica è scomparsa, manca l’autopsia, il certificato di morte è sicuramente falso.

Ippolito ha raccolto le prove sostenibili, gli indizi e il movente della fine non naturale di Neruda, sulla scorta dell’inchiesta giudiziaria volta ad accertare l’ipotesi di omicidio, e per questo contrastata in ogni modo da nostalgici e negazionisti. Per la sua drammatica ricostruzione, illustrata nel giardino della Palazzina Azzurra, l’autore si è avvalso di una vasta documentazione proveniente dalle fonti più disparate: archivi, perizie scientifiche, testimonianze, giornali cartacei e on-line, radio, televisioni, blog, libri, in Cile, Spagna, Brasile, Messico, Perù, Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Italia.

Il libro è scritto con il rigore dell’inchiesta e lo stile di un thriller mozzafiato. Protagonista, una figura simbolo della lotta per la libertà, non solo in Cile, vittima al pari di García Lorca, suo grande amico e illustre poeta, ucciso dal regime franchista.

Quando subisce una perquisizione a Isla Negra tre giorni dopo il colpo di stato, Neruda dice a un ufficiale: “Cerchi pure, capitano! Qui c’è una sola cosa pericolosa per voi!”. “Cosa?”. “La poesia!”.

“Delitto Neruda” ha i forti apprezzamenti di tutti gli ambienti culturali e in particolare degli scrittori Giancarlo De Cataldo e Diego De Silva, lettori in anteprima. Dice De Cataldo: “Chi uccide un poeta uccide la libertà. Roberto Ippolito firma un’inchiesta stringente e appassionante sulla misteriosa morte di Pablo Neruda”. Osserva De Silva: “Ippolito raccoglie i fatti e li processa, li ricompone, li inchioda. Sembra di essere davanti a una fedele applicazione del principio pasoliniano del sapere fondato sulla ricerca intellettuale. Solo che qui ci sono anche le prove”.

Roberto Ippolito, scrittore e giornalista, conoscitore del mondo letterario, organizza eventi che portano la cultura fra la gente nei luoghi più vari: centri commerciali, mondiali di nuoto, navi, aeroporti, scuole, pullman (per il giro a tappe “conPasolini”), musei, siti Unesco.

Ha curato a lungo l’economia per il quotidiano “La Stampa”, con attenzione ai grandi fatti globali. È stato editor del Festival dell’economia di Trento. Ha dato vita al “Tour del brutto dell’Appia Antica”. È stato direttore della comunicazione di Confindustria e direttore delle relazioni esterne dell’Università Luiss di Roma, dove ha insegnato alla Scuola superiore di giornalismo.

Autore di libri d’inchiesta di successo, ha pubblicato “Evasori” (Bompiani 2008), “Il Bel Paese maltrattato” (Bompiani 2010) e, con Chiarelettere, “Ignoranti” (2013), “Abusivi” (2014) ed “Eurosprechi” (2016).