Nel giorno anniversario della morte di Pablo Neruda, la Fundación Internacional Baltasar Garzón Fibgar invita a leggere ‘Delitto Neruda’ di Roberto Ippolito (Chiarelettere) 23 settembre 2020

(Comunicato stampa) Nel giorno dell’anniversario della morte di Pablo Neruda, il 23 settembre, la Fundación Internacional Baltasar Garzón, che prende il nome dal magistrato autore dell’arresto del dittatore Augusto Pinochet e “lavora per promuovere e difendere i diritti umani e la giurisdizione universale”, invita a leggere il libro di Roberto Ippolito “Delitto Neruda”, pubblicato da Chiarelettere.

In una nota diffusa a Madrid, la Fibgar afferma: “Raccomandiamo le lettura del libro dello scrittore e giornalista italiano Roberto Ippolito, <Delitto Neruda> (Chiarelettere), ricco di documenti e testimonianze, che conclude che il poeta, Premio Nobel e amico personale di Salvador Allende non morì di morte naturale”.

La Fundación Garzón spiega che si tratta “senza dubbio” di un “contributo importante nella ricerca della verità sulla morte di Neruda ma anche su tutte le violazioni dei diritti umani commessi durante la dittatura cilena”.

La nota si apre con l’amara constatazione di “ancora un altro anniversario della morte di Pablo Neruda senza sapere la verità sulle cause della sua fine”. Viene ricordato che invano già “due anni fa” la Fibgar ha “organizzato insieme all’Università Complutense di Madrid un seminario per approfondire i dubbi e le certezze sul suo decesso a pochi giorni dal colpo di Stato di Pinochet”. Ma l’inchiesta giudiziaria, aperta nel 2011 dal magistrato Mario Carroza, non è ancora arrivata alla conclusione.

In seguito a una vasta inchiesta internazionale “Delitto Neruda” di Roberto Ippolito smentisce la versione ufficiale della fine, attribuita al cancro alla prostata. Con un forte riconoscimento per il libro, Rodolfo Reyes, nipote del poeta e rappresentante legale dei familiari, ha recentemente affermato che “questa opera è un anticipo della verità giuridica che in Cile si è voluto nascondere per diversi motivi e interessi”.

Con l’omaggio al poeta, nella ricorrenza della morte, la presentazione alle 18.30 del libro alla Casa delle Letterature a Roma, con una conversazione con Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci promotrice del Premio Strega, e le poesie lette dal regista e sceneggiatore Raffaello Fusaro; evento organizzato da Biblioteche di Roma, con la collaborazione della libreria Nuova Europa I Granai.

L’instaurazione della dittatura militare di Pinochet, l’11 settembre 1973 in Cile, è la fine di un sogno. Le case di Pablo Neruda devastate, i suoi libri incendiati nei falò per le strade. Ovunque terrore e morte. Anche la poesia è considerata sovversiva. A così poca di distanza di tempo dal golpe che depone l’amico Allende, il premio Nobel per la letteratura 1971, il poeta dell’amore e dell’impegno civile, amato nel mondo intero, muore nella Clinica Santa María di Santiago. La stessa in cui, anni dopo, morirà avvelenato anche l’ex presidente Frei Montalva, oppositore del regime. Il decesso di Neruda avviene alla vigilia della sua partenza per il Messico, ufficialmente per il cancro. Ma la cartella clinica è scomparsa, manca l’autopsia, il certificato di morte è sicuramente falso.

Ippolito ha raccolto le prove sostenibili, gli indizi e il movente della fine non naturale di Neruda, sulla scorta dell’inchiesta giudiziaria volta ad accertare l’ipotesi di omicidio, e per questo contrastata in ogni modo da nostalgici e negazionisti. Per la sua drammatica ricostruzione, l’autore si è avvalso di una vasta documentazione proveniente dalle fonti più disparate: archivi, perizie scientifiche, testimonianze, giornali cartacei e on-line, radio, televisioni, blog, libri, in Cile, Spagna, Brasile, Messico, Perù, Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Italia.

“Delitto Neruda” è scritto con il rigore dell’inchiesta e lo stile di un thriller mozzafiato. Protagonista, una figura simbolo della lotta per la libertà, non solo in Cile, vittima al pari di Federico García Lorca, suo grande amico e illustre poeta, ucciso dal regime franchista.