Paolo Di Paolo e Roberto Ippolito autore di 'Delitto Neruda' Chiarelettere (da una foto del 25 marzo 2017)
Paolo Di Paolo e Roberto Ippolito autore di 'Delitto Neruda' Chiarelettere (da una foto del 25 marzo 2017)

(Comunicato stampa) Subito nel mirino. La poesia è considerata sovversiva. Perciò viene violata tragicamente dalla dittatura di Augusto Pinochet appena insediata. È questo un tema centrale del libro di Roberto Ippolito “Delitto Neruda”, pubblicato da Chiarelettere: l’autore lo presenta conversando con Paolo Di Paolo nell’ambito di “Velletri Libris”, domenica 2 agosto 2020 nel chiostro dell’ex convento del Carmine del ‘600, sede della Casa delle Culture e della Musica, in Piazza Trento e Trieste a Velletri. L’incontro si svolge alle 21.00 ed è preceduto alle 20.00 dalla degustazione enogastronomica. Ingresso libero con posti distanziati nel rispetto delle regole per la sicurezza sanitaria; per prenotazioni e informazioni 0696155094 prenotazioni@velletrilibris.it.

L’evento è organizzato dalla libreria Mondadori Bookstore Velletri di Guido Ciarla, con il patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, in collaborazione con la Fondazione di Partecipazione Arte e Cultura Città di Velletri. Per i prodotti da assaporare contribuiscono Casale della Regina, Gelatomania, Crea, Casa Vinicola Ciccariello.

Con un’incalzante narrazione e in seguito a vaste ricerche internazionali, Roberto Ippolito ricostruisce la fine del poeta avvenuta il 23 settembre 1973. Arrivando alla conclusione che Pablo Neruda non è morto di cancro, come scritto nel registro civile di Santiago del Cile. Sulla copertina di “Delitto Neruda” si legge: “Il poeta premio Nobel ucciso dal golpe di Pinochet”. E sulla fascetta ci sono le parole del nipote Rodolfo Reyes: “Il mondo deve sapere la verità sulla morte di mio zio Pablo”.

È dunque densa di letteratura e tocca una terribile parte della storia del novecento la conversazione in programma domenica 2 agosto per “Velletri Libris” fra Ippolito e Di Paolo. Il primo ha firmato in precedenza libri d’inchiesta di successo come “Evasori” con Bompiani”, “Ignoranti” e “Abusivi” con Chiarelettere; è giornalista e promotore di eventi tesi a portare la cultura fra la gente nei luoghi più vari. Il secondo è l’autore, fra gli altri, dei romanzi “Lontano dagli occhi” e “Mandami tanta vita”, finalista al Premio Strega, entrambi Feltrinelli; ha lavorato per la tv e il teatro in particolare con “Il respiro leggero dell’Abruzzo” scritto per Franca Valeri.

“Delitto Neruda” fa rivivere e conoscere quello che è accaduto, mettendo insieme gli episodi, i versi, l’allegria e l’orrore. L’instaurazione della dittatura militare di Pinochet, in Cile, l’11 settembre 1973, è la fine di un sogno. Le case di Pablo Neruda devastate, i suoi libri incendiati nei falò per le strade. Ovunque terrore e morte. Perfino la poesia diventa un nemico. A dodici giorni dal golpe che depone l’amico Allende, il premio Nobel per la letteratura 1971, il poeta dell’amore e dell’impegno civile, amato nel mondo intero, muore nella Clinica Santa María di Santiago. La stessa in cui, anni dopo, morirà avvelenato anche l’ex presidente Frei Montalva, oppositore del regime. Il decesso di Neruda, attribuito ufficialmente a un cancro alla prostata, si verifica proprio alla vigilia della sua partenza per il Messico. Ma la cartella clinica è scomparsa, manca l’autopsia, il certificato di morte è sicuramente falso.

Ippolito ha raccolto le prove sostenibili, gli indizi e il movente della fine non naturale di Neruda, sulla scorta dell’inchiesta giudiziaria volta ad accertare l’ipotesi di omicidio, e per questo contrastata in ogni modo da nostalgici e negazionisti. Per la sua drammatica ricostruzione, illustrata a “Velletri Libris” con Paolo Di Paolo, l’autore si è avvalso di una vasta documentazione proveniente dalle fonti più disparate: archivi, perizie scientifiche, testimonianze, giornali cartacei e on-line, radio, televisioni, blog, libri, in Cile, Spagna, Brasile, Messico, Perù, Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Italia.

Il libro è scritto con il rigore dell’inchiesta e lo stile di un thriller mozzafiato. Protagonista, una figura simbolo della lotta per la libertà, non solo in Cile, vittima al pari di García Lorca, suo grande amico e illustre poeta, ucciso dal regime franchista.

“Delitto Neruda” raccoglie i forti apprezzamenti di tutti gli ambienti culturali. Quelli degli scrittori Giancarlo De Cataldo e Diego De Silva, lettori in anteprima, sono sulla quarta di copertina Dice De Cataldo: “Chi uccide un poeta uccide la libertà. Roberto Ippolito firma un’inchiesta stringente e appassionante sulla misteriosa morte di Pablo Neruda”. Osserva De Silva: “Ippolito raccoglie i fatti e li processa, li ricompone, li inchioda. Sembra di essere davanti a una fedele applicazione del principio pasoliniano del sapere fondato sulla ricerca intellettuale. Solo che qui ci sono anche le prove”.