L’atmosfera era sempre calorosa, affettuosa, anche allegra. È Ninetto Davoli a rievocare quei giorni sereni con lo scrittore Pier Paolo Pasolini. Praticamente mai la voce grossa, mai toni duri. Attore “inventato” da lui dopo la conoscenza nel mondo delle borgate romane, è seduto su un divano accanto a Roberto Ippolito, direttore editoriale dell’evento “conPasolini”, che si è svolto dal 25 settembre al 4 ottobre 2015. Ripresi dalle telecamere di Rai World, insieme dialogano e ricostruiscono momenti e caratteristiche di un uomo che ha segnato la cultura italiana e non solo del novecento, tragicamente scomparso il 2 novembre di quaranta anni fa.
Mandato in onda in tutto il mondo, il programma “Community” condotto da Alessio Aversa fa così conoscere cosa è avvenuto “conPasolini”. Dice Ippolito: “Ci siamo impegnati ‘dieci giorni alla scoperta di una vita’, come afferma il sottotitolo della manifestazione, perché abbiamo voluto raccontare la storia e le opere e non la morte violenta e misteriosa”. Rai World propone le immagini dell’evento: dalla visita in pullman ai luoghi simbolo di Pasolini condotta da Ippolito alla mostra fotografica “I tanti Pasolini” dell’Archivio Riccardi, curata da Giovanni Currado e Maurizio Riccardi e descritta da Barbara Pieralice, organizzatrice con la sorella Francesca dell’evento con la libreria Nuova Europa I Granai.
“Pasolini c’è sempre, è sempre con me” fa presente Ninetto Davoli collegando gli aspetti pubblici con quelli più personali. Torna indietro ai set con lui: “Non ho mai visto un copione. Nel mio primo film ‘Il Vangelo secondo Matteo’ ero solo una comparsa e non ce n’era bisogno. Ma anche quando abbiamo girato ‘Uccellacci e uccellini’ per me non c’era un copione. Pasolini teneva alla mia naturalezza. Una volta che tentai di fare maggiore attenzione alle parole lui mi chiese: ma tu normalmente parli così? Risposi di no e mi invitò a parlare come facevo tutti i giorni”.
Ippolito spiega come i luoghi toccati da Pasolini abbiano impressa ancora oggi la sua presenza ma fa presente che la Roma conosciuta da lui è profondamente trasformata: “Forse solo al Mandrione sembra di essere rimasti quasi fermi. Lì c’è ancora degrado, anche se in modo diverso, ci sono i rifiuti per terra, l’abusivismo ha lasciato il suo marchio e tutto questo nel 2015 non è accettabile”.
All’inaugurazione della mostra fotografica, Maurizio Riccardi aveva sostenuto che “ci manca un Pasolini oggi”. Aversa, conduttore di Rai World, domanda a Ninetto Davoli chi potrebbe essere come lui. Nessuno, risponde Ninetto Davoli (che ebbe l’ingrato compito di riconoscere il cadavere) con la riconoscenza per i quattordici anni vissuti accanto a Pasolini, ma senza perdere l’aria gagliarda.