Roberto Ippolito autore del libro “Delitto Neruda” pubblicato da Chiarelettere
Roberto Ippolito autore del libro “Delitto Neruda” pubblicato da Chiarelettere

Tutti i fatti di “Delitto Neruda” al Teatro della Dodicesima venerdì 17 alle 18.30 a Roma Spinaceto

L’appuntamento è in coincidenza con l’azione della magistratura. La ricostruzione del libro pubblicato da Chiarelettere, che smentisce la morte naturale del poeta, è infatti in programma due giorni dopo che il Panel di scienziati internazionali avrà consegnato al giudice Paola Plaza a Santiago del Cile il Rapporto con i risultati degli ultimi esami sulla fine di Pablo Neruda. Sulla scorta di questi accertamenti conclusivi sarà finalmente possibile emettere la sentenza sulla morte. E ottenere la verità giudiziaria.

All’incontro al Teatro della Dodicesima partecipa come relatrice Tiziana Forzano, docente di Storia della filosofia moderna e contemporanea nella Pontificia Università S. Tommaso d’Aquino. Ingresso libero, in Via Carlo Avolio 60, con l’organizzazione della Libreria del Sole di Francesca Di Nardo.

“Delitto Neruda” documenta in modo dettagliato la falsità della causa del decesso indicata nel certificato del Registro Civil e in quello medico. Neruda, morto il 23 settembre 1973 soltanto dodici giorni dopo il colpo di stato di Pinochet, non era un malato terminale: ha lavorato fino all’ultimo come risulta da più parti e perfino dalla stampa vicina al regime. In un molare integro del corpo riesumato è stato trovato il batterio Clostridium botulinum. La sua tossina, come scritto nel libro, è un’arma biologica che può essere fatale. La fine improvvisa ha impedito la partenza preparata per il giorno dopo per il Messico dove Neruda avrebbe rappresentato la spina nel fianco della dittatura. Insomma “il poeta premio Nobel ucciso dal golpe di Pinochet” come dice il sottotitolo di “Delitto Neruda”.

– – – – –

La scheda del libro di Roberto Ippolito “Delitto Neruda” (Chiarelettere), sottotitolo “Il poeta Premio Nobel ucciso dal golpe di Pinochet”

Cile, 11 settembre 1973, l’instaurazione della dittatura militare di Pinochet, la fine di un sogno. Le case di Pablo Neruda devastate, i suoi libri incendiati nei falò per le strade. Ovunque terrore e morte. Anche la poesia è considerata sovversiva. A dodici giorni dal golpe che depone l’amico Allende, il premio Nobel per la letteratura 1971, il poeta dell’amore e dell’impegno civile, amato nel mondo intero, muore nella Clinica Santa María di Santiago. La stessa in cui, anni dopo, morirà avvelenato anche l’ex presidente Frei Montalva, oppositore del regime. Il decesso di Neruda avviene alla vigilia della sua partenza per il Messico, ufficialmente per un cancro alla prostata. Ma la cartella clinica è scomparsa, manca l’autopsia, il certificato di morte è sicuramente falso.

Ippolito ha raccolto le prove sostenibili, gli indizi e il movente della fine non naturale di Neruda, sulla scorta dell’inchiesta giudiziaria volta ad accertare l’ipotesi di omicidio, e per questo contrastata in ogni modo da nostalgici e negazionisti. Per la sua drammatica ricostruzione, l’autore si è avvalso di una vasta documentazione proveniente dalle fonti più disparate: archivi, perizie scientifiche, testimonianze, giornali cartacei e on-line, radio, televisioni, blog, libri, in Cile, Spagna, Brasile, Messico, Perù, Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Italia.

Il libro è scritto con il rigore dell’inchiesta e lo stile di un thriller mozzafiato. Protagonista, una figura simbolo della lotta per la libertà, non solo in Cile, vittima al pari di García Lorca, suo grande amico e illustre poeta, ucciso dal regime franchista.

La fascetta

“Il mondo deve sapere la verità sulla morte di mio zio Pablo”

Rodolfo Reyes, nipote di Pablo Neruda

Dalla copertina

“Chi uccide un poeta uccide la libertà. Roberto Ippolito firma un’inchiesta stringente e appassionante sulla misteriosa morte di Pablo Neruda”

Giancarlo De Cataldo

“Ippolito raccoglie i fatti e li processa, li ricompone, li inchioda. Sembra di essere davanti a una fedele applicazione del principio pasoliniano del sapere fondato sulla ricerca intellettuale. Solo che qui ci sono anche le prove”.

Diego De Silva

Dall’ultima di copertina

– Cerchi pure, capitano! Qui c’è una sola cosa pericolosa per voi.

– Cosa?

– La poesia!

Pablo Neruda a un ufficiale durante la perquisizione a Isla Negra, tre giorni dopo il colpo di stato del 1973