Roberto Ippolito Abusivi Chiarelettere Barletta 23 gennaio 2015
Roberto Ippolito 'Abusivi' Chiarelettere, Barletta 23 gennaio 2015


Dalla strada abusiva costruita in un bosco vincolato all’esistenza perfino di morti abusivi: questo accade in Puglia, come accade in tutta Italia. Il dilagare di attività e comportamenti senza permessi e requisiti è denunciato dal libro di Roberto Ippolito “Abusivi”, pubblicato da Chiarelettere, che viene presentato a Barletta venerdì 23 gennaio 2015 alle 19.00 nella libreria La Penna Blu, Corso Vittorio Emanuele 49. Modera l’incontro Rita Lamonaca di “Barletta News”.

È un’occasione per guardare in faccia, come dice il sottotitolo del libro, “la realtà che non vediamo” caratterizzata da “genio e sregolatezza degli italiani”: gli innumerevoli episodi raccontati da Ippolito documentano la capillarità delle violazioni realizzate con una grande creatività utilizzata per fini poco raccomandabili. ”Abusivi” non fa sconti a nessuna zona d’Italia, ma parla molto della Puglia, che può vantare dati record: figura in testa, per esempio, per il pesce abusivo sequestrato e al secondo posto per gli arresti dovuti alla gestione illegale dei rifiuti.

Con quello in programma venerdì 23 alla Penna Blù, Barletta apre la serie di incontri nella regione di “Abusivi” Tour 2015, gli appuntamenti con i quali da una zona all’altra dell’Italia si discute dei contenuti del libro. Le tappe successive sono sabato 24, alle 18.30, a Alessano (in provincia di Lecce) alla libreria Idrusa, via Carlo Sangiovanni 20, con l’intervento di Antonio Coppola, sindaco di Tricase; domenica 25, alle 19.00, a Lecce al Fondo Verri Presidio del libro, in via Santa Maria del Paradiso 8, con l’organizzazione di (Ri)Generazione Politica in collaborazione con “Xoff. Conversazioni sul futuro” e Libreria Idrusa e la partecipazione di Pierpaolo Lala.

Il libro inchiesta di Ippolito è dunque al centro dell’attenzione per la quantità di vicende ricostruite con le quali viene descritto in modo circostanziato un fenomeno finora non indagato nelle sue caratteristiche e nella sua effettiva dimensione.

L’abusivismo non guarda in faccia a nessuno. Balla e fa ballare tutta Italia. Panettieri abusivi, macelli abusivi, studi medici abusivi, meccanici abusivi, benzinai abusivi, tassisti senza patente abusivi, perfino mafiosi abusivi. Si resta a bocca aperta leggendo le pagine di Roberto Ippolito e la lista infinita di comportamenti illegali e senza scrupoli degli italiani, passati in rassegna e analizzati nella conversazione con Rita Lamonaca a Barletta.

A Forlì e Cesena, estetisti e parrucchieri irregolari sono uno su tre, a Ivrea i carabinieri accertano che un quarantenne, che opera come fisioterapista, in realtà non è un medico, ma un musicista. A Ravenna un falso psicologo segue una settantina di pazienti e si fa pubblicità su internet, tariffario compreso. Grazie a minori costi, gli abusivi falsano la concorrenza. Prosperano e insieme a loro prosperano il lavoro nero e l’evasione fiscale.

Falsi venditori e parcheggiatori sono sempre più al centro di episodi di violenza. A loro guarda la grande criminalità. Nelle costruzioni l’abusivismo è sempre più sfacciato, come dimostrano la deviazione del torrente Modica-Scicli e i mille metri di porto a Ostia rigorosamente illegali.

Né l’arte né i santi si salvano nel libro: al Circo Massimo è stata installata una scultura di tre metri per tre, del tutto illegalmente, mentre sulla scogliera di Serapo, la spiaggia di Gaeta, è stata cementata abusivamente una statua della Madonna. Perché l’Italia è una lunga lista di irregolarità fai da te, che fa sorridere ma anche no.

Roberto Ippolito è scrittore e giornalista. Autore dei bestseller “Evasori” (Bompiani), “Il Bel Paese maltrattato” (Bompiani) e “Ignoranti” (Chiarelettere). È direttore di festival letterari a Ragusa, a Cinecittà e al Maxxi a Roma. Dopo aver curato a lungo l’economia per il quotidiano “La Stampa”, è stato direttore della comunicazione della Confindustria, delle relazioni esterne dell’Università Luiss di Roma e docente di Imprese e concorrenza alla Scuola superiore di giornalismo della stessa Luiss.






 


 

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