ROBERTO IPPOLITO

“LE RISPOSTE ALLA FAME DI ENERGIA”

intervento al “Carloforte Green Workshop Il futuro dell’energia” domenica  9 ottobre

 

Sintesi – “L’Italia non sa dove andare: manca il piano energetico nazionale, promesso dal governo Berlusconi e sempre rinviato. Ma bisogna rendersi conto che l’energia verde significa sviluppo: per il 2010 eolico, fotovoltaico, biomasse e rifiuti possono creare 165 mila nuovi posti di lavoro, quattro volte e mezzo l’occupazione attuale, senza considerare i benefici procurati al sistema produttivo. Con l’assenza di politiche adeguate risultano in picchiata gli aiuti alle imprese, più che discutibili ma non sostituiti da altri interventi. E la ricerca, in generale più che insufficiente in Italia, è assolutamente carente per l’energia: nel 2010 le domande nazionali di brevetti sono crollate allo 0,7% di quelle mondiali, contro la media del 2,5% dell’ultimo quarto di secolo come risulta da uno studio dell’I-Com, l’Istituto per la competitività”.

 

TestoPer le schede dell’intervento  cliccare qui.

 

Stampa – Questo il resoconto diffuso dall’agenzia Ansa 12.11 domenica 9 ottobre.

Energia: italiani perdono creativita’, crollano brevetti

Domande nel settore scese allo 0,7%, Germania e’ al 7,6%

(ANSA) – CARLOFORTE (CARBONIA-IGLESIAS), 9 OTT – La lampadina, quella dell’idea, nell’Italia del terzo millennio si accende sempre meno, almeno in campo energetico. Le domande di brevetto in questo settore sono precipitate nel 2010 allo 0,7% del totale mondiale, dieci volte meno della Germania che esprime un 7,6% e comunque meno della Francia che brevetta il 2,4%. A sottolinearlo, nell’ultima giornata di lavori del ‘Carloforte Green Workshop’, e’ l’esperto, scrittore, Roberto Ippolito, su dati I-Com.
La geografia della domande di brevetti del settore energetico 2010 e’ guidata dagli Usa (13,9%), dalla Corea balzata al 9,1%, Giappone (8,6%), Germania (7,6%), Francia (2,4%), Cina (1,4%), Regno Unito (1,3%), Spagna (0,8%), Italia (0,7%), India (9,3%).
Archimede non abita piu’ nel Belpaese dunque, e dei ragazzi di Via Panisperna sembra persa traccia. Il nostro livello di brevetti nel 2010, ha sottolineato Ippolito, ”e’ molto basso rispetto alla media degli ultimi 25 anni quando brevettamo una media del 2,5%, sulla scorta dei dati dell’Ufficio europeo brevetti per il periodo 1988-2007. Ed e’ il risultato – commenta – della mancata attenzione alla ricerca sia da parte pubblica che negli investimenti privati. Nel 2009, ancora su dati I-Com, i privati hanno investito per la ricerca di settore appena il 44,9% a fronte del 71,1% degli investimenti di competitor come Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna. L’insufficiente ricerca privata, nell’energia e non solo, deriva in particolare dalla scarsita’ di grandi soggetti. La frammentazione pesa – conclude Ippolito – con una realta’ produttiva del comparto di 3 milioni di imprese, il 90% delle quali hanno meno di dieci addetti, e questo e’ un problema per la ricerca”. (ANSA).