Valore tecnico e culturale nell’alto numero di titoli presentati. Fra i quali una bellissima opera prima…

In teoria dovrei essere un po’ seccato. Come proponente di un candidato, Emanuele Altissimo autore di “Luce rubata al giorno” pubblicato da Bompiani, non dovrei esultare per l’affollamento della gara con altre 56 presentazioni per il Premio Strega. Ma poco importa: questo libro, un’opera prima, detto fra noi è bellissimo.

E ci sono poi gli aspetti generali su cui soffermarsi. Che tanti Amici della domenica, il nucleo storico di giurati, abbiano esercitato il compito di individuare libri meritevoli di partecipare all’edizione 2019 ha un valore tecnico e uno culturale.

Il valore tecnico: c’è l’ulteriore conferma dell’efficacia della modifica del regolamento concepita lo scorso anno da Giovanni Solimine e Stefano Petrocchi, presidente e direttore della Fondazione Bellonci, promotrice del riconoscimento letterario più prestigioso. Si tratta della possibilità di avanzare una candidatura da parte di un solo Amico e non più da due. In questo modo la forza specifica di un libro pesa di più, rispetto alla pur rilevante capacità organizzativa dell’editore. Insomma più libertà nelle scelte.

Il valore culturale: è facile rendersene conto. Basta scorrere la lista dei 57 libri proposti. Non solo si vedono nomi che attirano l’attenzione ovvero la lettura. Si vede una grande varietà di approcci, tendenze, stili. A prima vista si può già scorgere anche una diversità rispetto ai contenuti dello scorso anno, come è normale. Una cosa è fuori di dubbio: quello del 2019 è già il Premio Strega della ricchezza.