Roberto Ippolito 'Delitto Neruda' Chiarelettere diretta Facebook Biblioteche di Roma 4 giugno 2020

Alle 18.00 il dialogo con Giuliano Giubilei, promosso dall’istituzione che comprende 39 sedi diffuse sul territorio, dedicato alle rivelazioni del libro pubblicato da Chiarelettere 

(Comunicato stampa) Cancro alla prostata: sul certificato di morte di Pablo Neruda la causa indicata è questa. Ma le cose non stanno affatto così: Roberto Ippolito lo rivela con il libro “Delitto Neruda” pubblicato da Chiarelettere presentato in diretta Facebook dalle Biblioteche di Roma alle 18.00 di giovedì 4 giugno 2020. Ippolito dialoga con Giuliano Giubilei, giornalista che lega il suo cammino professionale a quello del Tg3. L’evento, promosso dall’istituzione che comprende 39 sedi diffuse sul territorio con un forte radicamento sociale, è dunque mirato a far conoscere la verità sulla scomparsa del poeta ricostruita in ogni dettaglio con grandi ricerche internazionali.

Quel certificato di morte è sicuramente falso: non è firmato dal medico presente nella Clinica Santa María di Santiago dove il premio Nobel per la letteratura 1971, il poeta dell’amore e dell’impegno civile, amato nel mondo intero, muore domenica 23 settembre 1973, dodici giorni dopo il golpe militare in Cile di Augusto Pinochet e la deposizione del presidente e amico Salvador Allende. Il documento è invece sottoscritto dall’urologo che non lo aveva visitato nella casa di cura. Inoltre la cartella clinica è scomparsa, manca l’autopsia.

È un romanzo-inchiesta tragicamente reale quello scritto da Roberto Ippolito che viene proposto con la conversazione svolta insieme a Giuliano Giubilei trasmessa in diretta Facebook dalle Biblioteche di Roma. All’indomani della fine, Neruda sarebbe partito per il Messico dove avrebbe potuto capeggiare un governo in esilio. Il decesso avviene nella camera 406. E c’è una singolare coincidenza: nella stanza accanto, la 402, morirà avvelenato anche l’ex presidente Eduardo Frei Montalva, oppositore del regime.

Ovunque c’è terrore e morte mentre Neruda chiude gli occhi. Le sue case devastate, i suoi libri incendiati nei falò per strada. Anche la poesia è considerata sovversiva. Ippolito, autore di libri d’inchiesta di successo ha raccolto le prove sostenibili, gli indizi e il movente della fine non naturale di Neruda, sulla scorta dell’inchiesta giudiziaria condotta da Mario Carroza in corso dal 2011, e non solo. “Il mondo deve sapere la verità sulla morte di mio zio Pablo” afferma il nipote Rodolfo Reyes Muñoz, rappresentante legale dei familiari.

In una pagina dopo l’altra di “Delitto Neruda” si scoprono i fatti, dall’importanza del foro della cintura nella bara al singolare comportamento dei medici. Il poeta è stato dunque “ucciso dal golpe di Pinochet” come si legge sulla copertina. Ippolito rende noti anche tutti gli ostacoli posti all’accertamento della verità. Per la drammatica ricostruzione, l’autore si è avvalso di una vasta documentazione proveniente dalle fonti più disparate: archivi, perizie scientifiche, testimonianze, giornali cartacei e on-line, radio, tv, blog, libri, in Cile, Spagna, Brasile, Messico, Perù, Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Italia. E del lavoro del Programa de derechos humanos e del Panel expertos génomico proteómico.

Il libro, presentato il 4 giugno da Giuliano Giubilei con la diretta Facebook delle Biblioteche di Roma, è scritto con il rigore dell’inchiesta e lo stile di un thriller mozzafiato. Protagonista, una figura simbolo della lotta per la libertà, non solo in Cile, vittima al pari di García Lorca, suo grande amico e illustre poeta, ucciso dal regime franchista. Quando subisce una perquisizione a Isla Negra tre giorni dopo il colpo di stato, Neruda dice a un ufficiale: “Cerchi pure, capitano! Qui c’è una sola cosa pericolosa per voi!”. “Cosa?”. “La poesia!”.

“Delitto Neruda” riceve forti apprezzamenti da tutto il mondo culturale. In particolare è molto positivo il giudizio degli scrittori Giancarlo De Cataldo e Diego De Silva, entrambi lettori in anteprima. Dice De Cataldo: “Chi uccide un poeta uccide la libertà. Roberto Ippolito firma un’inchiesta stringente e appassionante sulla misteriosa morte di Pablo Neruda”. Osserva De Silva: “Ippolito raccoglie i fatti e li processa, li ricompone, li inchioda. Sembra di essere davanti a una fedele applicazione del principio pasoliniano del sapere fondato sulla ricerca intellettuale. Solo che qui ci sono anche le prove”.

Roberto Ippolito, scrittore e giornalista, conoscitore del mondo letterario, organizza eventi che portano la cultura fra la gente nei luoghi più vari: centri commerciali, mondiali di nuoto, navi, aeroporti, scuole, pullman (per il giro a tappe “conPasolini”), musei, siti Unesco. Ha curato a lungo l’economia per il quotidiano “La Stampa”, con attenzione ai grandi fatti globali. È stato editor del Festival dell’economia di Trento. Ha dato vita al “Tour del brutto dell’Appia Antica”. È stato direttore della comunicazione di Confindustria e direttore delle relazioni esterne dell’Università Luiss di Roma, dove ha insegnato alla Scuola superiore di giornalismo. Ha pubblicato “Evasori” (Bompiani 2008), “Il Bel Paese maltrattato” (Bompiani 2010) e, con Chiarelettere, “Ignoranti” (2013), “Abusivi” (2014) ed “Eurosprechi” (2016).