libreria ghelfi e barbato verona 2 giugno 2013
libreria ghelfi e barbato verona 2 giugno 2013


Là dove c’era Alberto Moravia ora c’è uno slip. Là dove si poteva trovare la storia di Indro Montanelli ora c’è un reggiseno. Insomma la cultura è in mutande. E questa volta non per l’ennesimo, inesorabile taglio alle risorse. Nel cuore di Verona, all’angolo di via Mazzini con via della Scala, nelle vetrine della storica libreria Ghelfi e Barbato la biancheria ha preso il posto dei libri.

Il cambio di prodotti offerti rende emblematica la sua chiusura, una delle tante, delle troppe chiusure di librerie che si succedono. La sopravvissuta insegna preziosa dei vecchi tempi della Ghelfi e Barbato non serve dunque più a richiamare gli appassionati dei libri d’arte o di edizioni rare, oltre che i lettori voraci di narrativa e saggistica, ma chi deve comprare qualcosa per coprire le vergogne. Le vergogne…

A Verona fuori l’ex libreria guarda smarrito e sconsolato la singolare trasformazione commerciale il direttore editoriale del Gambero Rosso Carlo Ottaviano che non resiste e scatta una foto (a sinistra) per documentarla. La diffonde su Twitter. E la giornalista siciliana Cristiana Rizzo condivide il suo amaro disorientamento.

Dal libro di Roberto Ippolito “Ignoranti” Chiarelettere

– In dieci anni il bilancio del ministero dei Beni culturali è stato tagliato del 36,4 per cento, oltre un terzo.

– Dopo la guerra lo Stato destinava alla cultura lo 0,8 per cento della spesa totale cioè il quadruplo di quanto investe oggi.

Roberto Ippolito Ignoranti Chiarelettere copertina

– Se si entra nelle case degli italiani si scopre che una famiglia su dieci non possiede libri.

– I dati dell’Istat sono impietosi. I risultati dell’indagine sulla lettura diffusi nel maggio 2012 certificano l’arretramento rispetto a una situazione già tutt’altro che esaltante e nonostante la tendenza all’aumento registrata sin dalla fine degli anni Novanta. I lettori di almeno un libro sono soltanto il 45,3 per cento rispetto al 46,8 dell’anno precedente.

– Il 2012 è un disastro, con il contemporaneo calo delle vendite di libri e dei lettori: evidentemente neanche i libri già disponibili a casa, e quindi privi di costo, attirano.







 


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